Dedicata a tutti coloro che rispondono alla paura con la fede.

C’era una volta Olmo Panno.
Piccolo ma non minuto, disegnato da una corporatura tozza e tonda.

La barba lunga e folta gli incornicia un volto dalle rughe profonde ma dallo sguardo vigile e giovane. Gli occhi scuri sono intensi e luminosi. Gli occhi di chi ti spoglia l’anima. Ti guarda con una sincerità alla quale non puoi sfuggire.

Vestito sempre di colori sgargianti ama, in particolare, una camicia cesio che non toglie mai, finemente tessuta con filo di rugiada.

Giusto il tempo di lavarla nel vicino fiume Sele per poi indossarla immediatamente dopo.

Racconta di questa camicia come di un trofeo, risultato di un viaggio dimenticato nelle pieghe degli eventi della vita. Un viaggio di tanto tempo fa in qualche isola sperduta di un qualche immenso e lontano oceano.

Olmo Panno un tempo viveva nella fantasia dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze interessati alle storie e alle letture. Nell’ultimo decennio non ci ha trovato più posto … la fantasia dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze è diventata un luogo senza stanze, talvolta confuso o troppo pieno, in cui non c’è più modo di volare attraverso pensieri felici.

“I bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze” – racconta disperato –

“sono stati rapiti! Si trovano imprigionati dentro scatole di variedimensioni da cui esce una luce e tante storie con personaggi già pronti”.

Ed aggiunge: “L’Immaginazione, mortificata, se ne sta in disparte e, con la sua amica Fantasia, mi ha suggerito di andarmene!”.

Da allora Olmo Panno si è rintanato solo, soletto in una casa ormai lasciata vuota ed abbandonata.

Una casa piena di stanze e di silenzio. Una casa piena di luce e di speranza, ma senza storie da raccontare.

Un giorno, un gruppo di giovani temerari, pieni di sogni, in cerca di un

posto dove dar vita ad un progetto grande, si fermarono rapiti da finestre rosse e da un’anfora gigantesca.

“Che ci sta a fare un’anfora gigante in mezzo ad un giardino dimenticato davanti ad una casa nascosta per anni?” – si sono chiesti.

In mezzo a tanta confusione, difficile da descrivere, emergeva, come in un sogno, qualche cosa di magico e di lontano…

La tenacia e la lena con cui hanno pulito, disboscato, imbiancato, svuotato, ritrovato, progettato, pensato, lavorato, immaginato e fantasticato… li ha premiati!

Una sera di luna rossa, una sera unica e speciale, una di quelle sere che capitano solo una volta ogni cento anni, una sera di quelle proprio piantate in mezzo all’estate, mentre erano intenti a fotografare la magia di una notte senza tempo sorta da dietro le colline e tra le campagne rassicuranti dei giorni di lavoro, hanno avvertito un timido richiamo e avvistato così Olmo Panno di cui si erano perse le tracce da anni…

Vinta la paura della novità, timoroso e riservato, ma animato dalla voglia di vivere ancora dentro alla Fantasia e all’Immaginazione, ha sconfitto ogni indugio e si è persuaso, raccontando loro una storia lunga fino all’alba.

Ciò che ho descritto sopra è solo una breve sintesi perché…caro lettore, così come mi ha chiesto (leggi “ordinato” N.D.R.) di scrivere Olmo Panno in persona, … , se vorrai conoscere il resto della storia, dovrai rifugiarti qui!

Dovrai venire a stare al Rifugio di Olmo Panno e come hanno saputo fare questi giovani e temerari ragazzi accettare la sfida di uscire dai confini innalzati dalla paura e dall’incertezza, dalla rabbia e dalla solitudine, dalla stanchezza e dall’emarginazione … dai confini innalzati da una quotidianità derubata della gioia e della spontaneità rendendo il tuo cuore pronto alla Meraviglia.

Conoscerai la storia di Olmo Panno e se vorrai potrai riscrivere la tua come più ti piacerà.

Il Rifugio di Olmo Panno, 29 luglio 2018

LeonildeSogna (una ex-bambina piena di sogni)