OROS rappresenta la fase, lunga e intermedia, tra la presa di coscienza della difficoltà da parte dell’ospite e la sua “guarigione” quale superamento della difficoltà stessa: momento epico di celebrazione delle proprie potenzialità da parte dei piccoli ospiti.
Oros può accogliere fino a quattro minori ambosessi[1] dai 4 ai 13 anni[2], provenienti da tutto il territorio nazionale, maltrattati o a rischio di maltrattamento fisico o psicologico, vittime di deprivazione affettiva e instabilità relazionale o da percorsi di recupero emotivo-affettivo (un affidamento familiare fallito) e anche con disturbi psico-patologici che non necessitino, però, di assistenza neuropsichiatrica relativa a strutture terapeutiche intensive o post-acuzie, allontanati per ordine del Tribunale per i Minorenni o per disposizione del Servizio Sociale incaricato.
I minori inseriti, dunque, possono presentare anche rilevanti difficoltà psicologiche e relazionali o seri problemi del comportamento in seguito a:
- traumi e sofferenze di natura psicologica e fisica dovuti a violenze subite o assistite;
- prolungata permanenza in contesti familiari caratterizzati da dinamiche gravemente disfunzionali che coinvolgono il minore;
- situazione di grave trascuratezza relazionale e materiale determinata da profonde insufficienze delle competenze personali e genitoriali delle figure parentali.
Inoltre, Oros può ospitare minori sottoposti alle misure di cui al DPR 448/88 o minori diversamente abili nei limiti di parte della ricettività massima, come stabilito da norme e regolamenti applicabili.
La Comunità Alloggio Oros è un modello che fonda il suo operato sulla capacità di costituirsi come ambiente terapeutico globale e su un conseguente modello integrato di formazione e di supervisione che ne garantisca il suo funzionamento nel tempo.
La Comunità assicura il funzionamento nell’arco delle 24 ore e per tutto l’anno, garantendo molteplici servizi:
- Accoglienza;
- Cura;
- Azione educativa costante;
- Assistenza e tutela;
- Gestione della quotidianità;
- Coinvolgimento dei ragazzi ospiti in tutte le attività di espletamento della vita quotidiana come momento a forte valenza psicopedagogica ed educativa;
- Inserimento in attività formative o di lavoro;
- Stesura di progetto individualizzati;
- Gestione delle emergenze;
- Attività di socializzazione ed integrazione, favorendo la socializzazione all’esterno della Comunità;
- Incoraggiare la cura personale;
- Promuovere l’attività di planning;
- Istruire a riconoscere e rispettare la regola;
- Potenziare l’autocontrollo dell’aggressività attraverso l’utilizzo del disequilibrio[3];
- Favorire l’orientamento spaziale e l’uso del denaro;
- Potenziare le capacità comunicative;
- Attività di animazione;
- Attivazione di progetti personalizzati all’interno di precise attività psico-pedagogiche;
- Osservazione cognitivo-comportamentale;
- Rapporto individualizzato tra educatori e ragazzi;
- Interazioni con figure di adulti significative e stabili;
- Consulenza educativa;
- Possibilità di Colloquio psicologico individuale;
- Pronto soccorso psicologico;
- Percorsi di sostegno alla genitorialità (Parent Training);
- Sostegno psicologico ai minori e alle loro famiglie attraverso l’attivazione di atelier psicopedagogici;
- possibilità di attivare un’educatrice per gli incontri protetti o per la vigilanza in caso di rientri in famiglia a carattere breve o temporaneo;
- Conoscere sé stessi: raccontarsi ed essere ascoltati vivendo spazi dedicati alla narrazione, valorizzando le esperienze vissute;
- Riflettere e dare significato alla propria esperienza, ricostruendo consapevolmente la propria idea di sé attraverso un cammino di esplorazione della propria storia letta attraverso la ricchezza, la complessità, l’unicità;
- Essere protagonisti nel proprio ambiente di vita con un ruolo positivo;
- Elaborare le trasformazioni e le opportunità della vita attraverso una riflessione mirata su sé stessi e l’altrui storia per edificare il ben-essere personale e collettivo quale base per pensare consapevolmente il futuro;
- Acquisire, decifrare, sperimentare linguaggi come risorsa comunicativa, esistenziale, formativa per lasciare “traccia” di sè;
- Attività psico-socio-pedagogiche ed educative volte ad un adeguato sviluppo dell’autonomia individuale e all’ampliamento degli interessi personali:
- Cantiere della musica (studio della musica, produzione e realizzazione di testi ed arranggiamenti);
- Attività teatrali;
- Socio estetica;
- Creatività e restauro;
- Skill Lab di “foglio bianco”[4], storytelling, movie-maker, fotografia ed immagine, stop-motion, ricerca-azione, apprendimento organizzato, play e game, learning to learn, mindfulness, roleplayning, circle time, focus grup, problem solving, leaderschip, team building, gestione dei conflitti, proiettiamoci (attività di cineforum), le regole del gioco, gruppi tematici, fabulando;
- Laboratorio sensoriale e del gusto;
- Percorsi individuali di recupero didattico anche attraverso percorsi scolastici di tipo familiare allo scopo di migliorare il rendimento scolastico e favorirne l’inserimento;
- Attività di mediazione con gli animali domestici;
- Ortoterapia;
- La mitologia e le emozioni;
- Conoscere il territorio per ricostruire la propria storia;
- Orientamento ed inserimento lavorativo;
- Gruppi di parola.
La relazione educativa diviene in questo modo atto intenzionale di promozione al perfezionamento poggiandosi sull’azione del cambiamento quale azione prima, costituente e fondamentale per l’uomo.
[1] In aggiunta alla ricettività massima autorizzata, la Comunità può accogliere non oltre un minore, anche non appartenente alla fascia d’età per la quale è stata autorizzata, al verificarsi di uno dei seguenti casi e comunque limitatamente alla risoluzione dell’urgenza: a. accoglienza di fratelli; b. impossibilità, in casi di emergenza, a collocare il minore altrove.
[2] La permanenza degli ospiti può essere estesa limitatamente ai casi per i quali si rende necessario il completamento del percorso educativo e di recupero.
[3] Itinere, Incontri di Formazione continua con gli operatori di Comunità – Numero strordinario della rivista mensile Interprofessionalità, periodico mensile dell’Associazione scientifico-culturale, CePASA-Centro di Psicologia Applicata e Studi sull’Apprendimento di Spoleto (, Autorizzazione del Tribunale di Spoleto del 13/11/90).
[4] Interprofessionalità, il coraggio come educazione-Anno XV-n.86, Dicembre 2005.