“Il Sogno di Olmo Panno”, Comunità Psico-Socio-Pedagogica a Valenza Terapeutica per minori, si organizza secondo un Progetto residenziale globale, teso a realizzare un ambiente terapeutico globale.
La Comunità Psico-Socio-Pedagogica a Valenza Terapeutica per minori è un progetto sperimentale attraverso il quale minori di età compresa fra i “12 e i 18 anni”[1], ambo sessi, possano riconoscere e sperimentare il proprio potenziale. La casa, nella sua espressione poliedrica, diviene la manifestazione di un ambiente terapeutico globale. Pertanto, pur mantenendo le caratteristiche della civile abitazione, deve possedere l’accoglienza della casa, la polivalenza del laboratorio delle idee, il colore dell’immaginazione, la dinamicità dei ragazzi. La casa, che potrà ospitare fino a quattro ospiti[2], si trasforma in un rifugio, esattamente come diventa la cameretta per un adolescente. Attraverso le diverse stanze, in una policromia di colori e sensazioni, sarà possibile intravedere la personalità degli occupanti e il loro stato d’animo. In altre parole, così come la cameretta di un ragazzo e quella di una ragazza è quella nicchia capace di accogliere e trasformare, luogo da cui gli adulti sono tagliati fuori perché considerati lontani, impreparati, incapaci, assalitori, così la Comunità Psico-Socio-Pedagogica a Valenza Terapeutica deve possedere le caratteristiche terapeutiche della propria cameretta e le stesse abilità di trasformazione. Essa deve avere la stessa funzione di fucina e di cura, di protezione e di identificazione, capace di trasformare, rigenerare, affermare. In tal modo, sarà possibile far riaffiorare il Sogno, la Meraviglia e la Curiosità tenute sommesse, rendendo partecipe ogni ospite di tutte le variabili trasformative o adattive che ogni condizione può possedere.
Il progetto propone un’innovazione che sottende la volontà, sull’esperienza accumulata in anni di attività con i minori (vittime di maltrattamenti, di trascuratezza, deprivati da un punto di vista socio-culturale relazionale e di reddito, minori con gravi disturbi del comportamento o relazionali, minori restituiti) di accedere ad un servizio mirato alla salvaguardia dalla psichiatrizzazione.
Da un lato, ciò significa presenza di personale specializzato, altamente qualificato, capace di accogliere il comportamento disfunzionale del minore, decifrandolo allo scopo di ricondizionarne gli effetti attraverso l’esperienza nuova delle proprie abilità e la rilettura della propria condizione di vita. Dall’altro, significa che esistono condivisi propositi progettuali che hanno l’obiettivo di rientro nel proprio contesto familiare o l’inserimento in una nuova famiglia o il raggiungimento di un adeguato grado di autonomia.
La funzione terapeutica è completamente demandata al sistema organizzativo e relazionale tale da consentire lo sviluppo di un sentimento positivo e di una percezione di sé positiva.
La Comunità Psico-Socio-Pedagogica a Valenza Terapeutica, dunque, si propone di corrispondere alle seguenti aree di bisogno:

  • Accudimento e custodia;
  • Tutela;
  • Educazione come aiuto e sostegno allo sviluppo affettivo, cognitivo, emotivo e relazionale: Autoconoscenza; Autonomia personale; Regolazione emotiva; Ristrutturazione cognitiva; Riprogrammazione comportamentale; Ripianificazione sociale; Azione riparativa.

Nel complesso di questo innovativo progetto sperimentale, la Comunità Psico-Socio-Pedagogica a Valenza Terapeutica denominata Il Sogno di Olmo Panno è una Struttura Residenziale Globale per minori adolescenti.
Un servizio residenziale a carattere comunitario caratterizzato dalla convivenza di un gruppo di giovani, con la presenza di operatori professionali che assumono la funzione di adulti di riferimento. Il programma, che si sviluppa su tre fasi: valutazione, intervento, verifica, non è un processo lineare, bensì circolare, dove il feedback, in ogni momento, informa ed orienta il processo stesso.
La Comunità, con il suo caotico ma ordinato incedere nelle pieghe di un quotidiano privo di minacce, diviene lo spazio comodo del nido che ripara dalla consuetudine della deprivazione e del maltrattamento, garantendo un ambiente terapeutico che recupera, ricostruisce ed attualizza le primarie funzioni strutturanti precedentemente fallite. La Comunità educativa per minori, come ben sottolinea Fusi, pur con le diverse e proprie specificità è, innanzitutto, terapeutica. Per il minore accolto essa è lo spazio della sua vita attuale, la sua casa; è l’ambiente favorevole in cui può essere aiutato a rispecchiarsi, a capire ed accettare il suo passato, a trarre spunti per la ricostruzione della propria identità personale. La Comunità, intesa in senso “terapeutico”, è quindi un’occasione favorevole per crescere serenamente e ripensare diversamente la propria storia personale. Il concetto di “terapeutico”, lungi dall’accezione “sanitaria”, vuole sottolineare, in maniera specifica, la possibilità dell’ambiente di promuovere rilevanti processi di cambiamento.
La Comunità assicura il funzionamento per 24 ore al giorno per tutto l’anno, garantendo come servizio a minori ospiti l’efficacia di programmi multidimensionali specifici stabiliti da un Equipe Pluridisciplinare con il minore, in accordo con i Servizi Invianti e la famiglia per mezzo dell’erogazione dei seguenti servizi:

  • accoglienza;
  • assistenza e tutela;
  • azione educativa costante;
  • gestione della quotidianità;
  • cura e coscienza di sé;
  • coinvolgimento dei ragazzi ospiti in tutte le attività di espletamento della vita quotidiana come momento a forte valenza psicopedagogica e terapeutica;
  • cura degli spazi personali e comuni;
  • incoraggiare la cura personale;
  • percorsi individuali di recupero didattico anche attraverso percorsi scolastici di tipo familiare allo scopo di migliorare il rendimento scolastico e favorirne l’inserimento;
  • orientamento professionale e preavviamento lavorativo;
  • inserimento in attività formative o di orientamento lavoro;
  • gestione delle emergenze;
  • attività di socializzazione ed integrazione, favorendo la socializzazione all’esterno della Comunità;
  • promuovere l’attività di planning;
  • istruire a riconoscere e rispettare la regola;
  • Recupero dell’autostima; Autoconoscenza; Autonomia Personale; Regolazione Emotiva; Ristrutturazione Cognitiva; Riprogrammazione Comportamentale;
  • potenziare l’autocontrollo dell’aggressività attraverso l’utilizzo del disequilibrio[3];
  • favorire l’orientamento spaziale e una corretta gestione del denaro;
  • potenziare le capacità comunicative;
  • attività di animazione;
  • attivazione di progetti personalizzati all’interno di precisi percorsi psico-pedagogici;
  • osservazione cognitivo-comportamentale;
  • rapporto individualizzato tra educatori e ragazzi;
  • la presenza di un’équipe pluridisciplinare;
  • interazioni con figure adulte[4] significative e stabili;
  • consulenza psico-pedagogica;
  • osservazione e assessment cognitivo-comportamentale;
  • pronto soccorso psicologico;
  • colloquio e sostegno psicologico individuale;
  • psicoterapia;
  • valutazione psicodiagnostica: rivalutazione della diagnosi d’ingresso in corso e al termine del percorso;
  • valutazione neuropsicologica;
  • intervento di psicologia specifica;
  • consulenza psichiatrica[5];
  • diagnosi differenziale;
  • valutazione medica e psichiatrica;
  • conoscenza delle emozioni e pedagogia dei sentimenti;
  • guidance alle relazioni affettive;
  • educazione alla vita sessuale;
  • laboratorio di educazione corporea e teatrale;
  • conoscere sé stessi: raccontarsi ed essere ascoltati vivendo spazi dedicati alla narrazione, valorizzando le esperienze vissute;
  • riflettere e dare significato alla propria esperienza, ricostruendo consapevolmente la propria idea di sé attraverso un cammino di esplorazione della propria storia letta attraverso la ricchezza, la complessità, l’unicità;
  • essere protagonisti nel proprio ambiente di vita con un ruolo positivo;
  • elaborare le trasformazioni e le opportunità della vita attraverso una riflessione mirata su sé stessi e l’altrui storia per edificare il ben-essere personale e collettivo quale base per pensare consapevolmente il futuro;
  • acquisire, decifrare, sperimentare linguaggi come risorsa comunicativa, esistenziale, formativa per lasciare “traccia” di sè;
  • percorsi di sostegno alla genitorialità (Parent Training/Paret Coaching);
  • ricostruzione del legame familiare attraverso i contatti mediati;
  • riprogrammazione delle relazioni familiari (all’interno dello Spazio Parent Training);
  • possibilità di attivare un educatore per gli incontri protetti o per la vigilanza in caso di rientri in famiglia a carattere breve o temporaneo;
  • Skill Lab di “foglio bianco”[6], storytelling, movie-maker, fotografia ed immagine, stop-motion, ricerca-azione, apprendimento organizzato, play e game, learning to learn, mindfulness, role playing, circle time, focus group, problem solving, leadership, team building, gestione dei conflitti, proiettiamoci (attività di cineforum), le regole del gioco, gruppi tematici, fabulando, life skills training, mental jogging;
  • fiaboterapia e biblioterapia;
  • spazio arte e terapia come espressione di sé;
  • laboratorio sensoriale e del gusto;
  • laboratorio botanico;
  • laboratorio di informatica;
  • attività di mediazione con gli animali domestici;
  • onoterapia;
  • ortoterapia;
  • pet therapy;
  • attività psico-socio-pedagogiche ed educative volte ad un adeguato sviluppo dell’autonomia individuale e all’ampliamento degli interessi personali attraverso la valorizzazione delle potenzialità espressive;
  • cantiere della musica: studio della musica, produzione e realizzazione di testi ed arrangiamenti;
  • musicoterapia;
  • socio-estetica: percorso sensoriale e di conoscenza per imparare a prendersi cura del proprio corpo e della sua igiene;
  • creatività e restauro;
  • laboratori di creatività: cartapesta, fimo, cartotecnica, ricamo, sartoria, bricolage, creta, giocoleria;
  • la mitologia e le emozioni;
  • conoscere il territorio per ricostruire la propria storia;
  • orientamento ed inserimento lavorativo;
  • gruppi di parola;
  • guida all’autonomia e alla gestione del quotidiano;
  • utilizzazione del tempo libero;
  • gestione del denaro;
  • educazione stradale con la finalità del conseguimento delle diverse patenti di guida;
  • educazione civica;
  • recupero delle tradizioni culturali;
  • incontri di verifica con l’Ente committente sia in sede che non;
  • relazioni periodiche di follow-up terapeutico, formazione continua degli educatori e supervisione;
  • utilizzo di strumenti operativi di misurazione qualitativa e quantitativa dell’intervento;
  • verifiche ex-post.

[1] La permanenza degli ospiti può essere estesa fino al compimento del 21° anno di età limitatamente ai casi per i quali si rende necessario il completamento del percorso educativo e di recupero.

[2] In aggiunta alla ricettività massima autorizzata, la Comunità può accogliere non oltre un minore, anche non appartenente alla fascia d’età per la quale è stata autorizzata, al verificarsi di uno dei seguenti casi e comunque limitatamente alla risoluzione dell’urgenza: accoglienza di fratelli o impossibilità, in casi di emergenza, a collocare il minore altrove.

[3] Itinere, Incontri di Formazione continua con gli operatori di Comunità. Cristina Aristei -Pietro Salerno (maggio 2002) – numero straordinario della rivista mensile Interprofessionalità, periodico mensile dell’Associazione scientifico-culturale, CePASA-Centro di Psicologia Applicata e Studi sull’Apprendimento di Spoleto (Autorizzazione del Tribunale di Spoleto del 13/11/90).

[4] L’abbattimento del turnover, formazione permanente, supervisione, prevenzione del burnout, utilizzo di strumenti operativi di osservazione, di indagine, di qualità.

[5] La consulenza psichiatrica è da intendersi con esclusione di qualunque modifica di eventuali piani farmacologici e/o introduzione di nuovi piani se non espressamente individuati da Unità/Azienda Sanitaria inviante o territorialmente competente.

[6] Interprofessionalità, il coraggio come educazione-Anno XV-n.86, Dicembre 2005.